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Editoriali
1/9/2021
Il Simulacro della Vergine, Mare de Déu de Vallverd, fu portato ad Alghero ed esposto alla venerazione della popolazione per implorare la guarigione del principe, Maurizio Maria Giuseppe di Savoia, duca di Monferrato. Si pregava per la sua malattia, visto che la sera del 19 agosto, durante una visita in Sardegna, da Sassari aveva raggiunto Alghero a cavallo, ma fu poi colto da febbre. La guarigione non avvenne: “ma Maria vergine lo avrà favorito nella su speciale assistenza in quell’ora estrema pel conseguimento della spirituale”. A mos veure, a demà
31/8/2021
Con lo sviluppo del turismo, il progresso portò allo sviluppo dell’edilizia alberghiera in città e dintorni. Iniziarono a sorgere i grandi alberghi: El Faro a Porto Conte nel 1956, il Grand Hotel ESIT sul lungomare di Alghero nel 1958, l’Hotel dei Pini nel 1960 a Fertilia – Le Bombarde. Nel giro di pochi anni si posero le premesse del boom turistico dei decenni successivi. Nel 1962 la disponibilità di posti letto ad Alghero superò quella di Cagliari. A mos veure, a demà
30/8/2021
Alghero, capitale del turismo: ma quanto costava una vacanza tutto compreso nel 1954, paragonata ai livelli di prezzo attuali? Horizon vendeva un soggiorno di due settimane ad Alghero ad un prezzo oscillante fra le 32 e le 40 sterline di allora; riportate ai nostri giorni si tratterebbe di una cifra fra gli 800 e i 1000 Euro. Furono davvero novità enormi e quasi tutte positive e si trattò di un decisivo progresso sociale che regalò alla città una vera e propria rendita di posizione durata decenni. A mos veure, a demà
29/8/2021
Primi passi del Turismo ad Alghero. Vladimir Raitz, un giornalista ebreo-russo scelse Alghero per organizzare dei viaggi aerei per portare clienti britannici. Raitz visitò nel 1953 gli unici alberghi presenti in città: La Lepanto, Las Tronas e La Margherita. Durante l’estate del 1954 firmò il primo contratto della stagione con Las Tronas; il secondo contratto fu siglato con la famiglia Masia, proprietaria dell’hotel Margherita ed il terzo con Lepanto Cecchini. A mos veure, a demà
28/8/2021
Sono trascorsi 520 anni da quando la Corona d’Aragona attribuì ad Alghero il titolo di "città". Il 1501, infatti, fu l´anno che definì il passaggio da "villa" a "città", con numerosi ed esclusivi privilegi che si accompagnavano ad una forma di autogoverno tramite rappresentanti eletti localmente. ll decreto reale motiva come “convincente” il “consolidato incremento economico e demografico” con cui viene elevata l’Alguer a città, in considerazione dell’importante ruolo che Alghero andava assumendo insieme alle altre Città sarde che l’avevano preceduta al rango di Città Regia. A mos veure, a demà
27/8/2021
Si verificò il primo caso accertato di rabbia ad Alghero. Salvatore Dettori, residente nella tenuta di Sella e Mosca, sospettando che il proprio cane fosse affetto da rabbia, lo uccise e consegnò la testa all’istituto antirabbico. L’esame istologico diede esito positivo e poiché furono morsicate due persone, le stesse furono ricoverate presso la struttura sassarese. In seguito alle sue indagini il veterinario comunale in una relazione comunicò al sindaco che l’esame istologico relativo al caso dette esito positivo. A mos veure, a demà
26/8/2021
È l´estate che diede inizio al turismo aereo nella Riviera del Corallo: tutto cominciò quando Vladimir Raitz, un giornalista ebreo-russo scelse Alghero per organizzare dei viaggi aerei per portare clienti britannici. Raitz venne in città per visionare di persona l’aeroporto e gli alberghi. Alghero era già collegata con Roma, Pisa, e Cagliari, mentre per quanto riguarda gli alberghi, all’epoca ne esistevano solo tre, La Lepanto, Las Tronas e La Margherita. Nelle sue memorie Raitz gratifica il primo per l’eccellente ristorante, che faceva presto dimenticare le scomodità delle camere e dei bagni, e lo descrive come utilizzato principalmente da uomini d’affari e commercianti. Rimase invece letteralmente incantato dal secondo, antica villa-castello sul mare di proprietà del Conte di S.Elia. A mos veure, a demà
25/8/2021
Data del primo assedio dell’ammiraglio catalano Cabrera che prova ad assediare Alghero che durante lo scontro, trovandosi non più difesa dal mare ed attaccata da terra, decise di arrendersi. L’ammiraglio Cabrera entrò vittorioso in città, ma passerà un mese ad Alghero per poi ripartire con la flotta verso Cagliari lasciando ad Alghero solo un piccolo presidio a difesa della città. In quel momento gli algheresi si ribellarono. Ed il re Pietro IV è costretto, l’anno successivo, a trovare altri fondi e allestire una nuova e potente flotta con cui riconquistare la Sardegna. Arriva lui stesso, nel luglio del 1354, a Porto Conte, convinto di conquistare facilmente Alghero. A mos veura, a demà
24/8/2021
Conferenza organizzata dal catalano Pere Català y Roca sulle motivazioni del viaggio che spinsero 150 passeggeri catalani a salire sulla motonave Virginia de Xurraca, partita da Barcellona per festeggiare il “Retrobament a l’Alguer”. Furono giorni di festa ad Alghero per questo storico pellegrinaggio con i saluti delle autorità locali, cerimonie in cattedrale con il dono della statua della Vergine di Monserrat. A mos veure, a demà
23/8/2021
Muore Antoni Cao, uno dei più rappresentativi autori della canzone algherese e tra i più attivi nella preservazione della lingua catalana di Alghero. È stato protagonista della cultura algherese soprattutto a seguito del ritrovato legame con la Catalogna, segnato dal Retrobament del 1960. Negli Anni Sessanta dirige il gruppo canoro “Agrupaciò Catalana d’Italia” e poi la corale “Gruppo Canoro Folkloristico Algherese”. Cao è l’autore di una delle più belle e rappresentative canzoni del repertorio della canzone popolare algherese, “Lo Paìs Meu”, incisa in Catalogna nel 1963 per la casa discografica “Edigsa”, insieme ad altri brani che lo hanno reso celebre: “Bella Alguer”, “Vida del mariner de l’Alguer”, “Collidora de Oliva”, “Pescador de Bogamarì”, “Lluna Plena”, “Nadal”. A mos veure, a demà



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