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S.S. 31 marzo 2014
Spesa soldi pubblici, proposta di legge del Pd
Conoscere come sono state spese le risorse pubbliche e in che modo è l´obbiettivo della proposta di legge firmata da quattro consiglieri regionali del Partito democratico


SASSARI - Sapere come sono state spese le risorse pubbliche ma, soprattutto, comprendere se sono state spese bene, rappresenta l’obiettivo prioritario della proposta di legge, la prima della nuova legislatura, presentata da quattro consiglieri regionali del Partito democratico, con Gavino Manca primo firmatario (insieme a Sabatini, Moriconi e Comandini). L’interrogativo di partenza è il seguente: le leggi che vengono approvate hanno effettivamente prodotto il cambiamento desiderato per risolvere i problemi della collettività? Per poter verificare che questo stia avvenendo o sia già avvenuto occorre fare ricorso a strumenti già presenti in altre realtà, anche italiane.

La Sardegna potrebbe così avere presto un organismo già presente nelle assemblee legislative di altre regioni (c’è, per esempio, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia e in Piemonte) e rivolto al controllo ed alla valutazione delle politiche regionali. Si tratta di uno strumento che rientra in un’ottica di contenimento e razionalizzazione delle risorse pubbliche, ma anche di un maggior controllo della spesa, passaggio richiamato nei giorni scorsi dallo stesso presidente della Regione Francesco Pigliaru al momento dell’insediamento.

La finalità della proposta di legge è quella di rafforzare le funzioni di controllo che svolge l’Assemblea legislativa sarda sull’attuazione e sulla valutazione degli effetti delle politiche regionali. Con tale attività – spiega il consigliere Gavino Manca – si va oltre i tradizionali strumenti consiliari del cosiddetto sindacato ispettivo (interrogazioni, interpellanze, mozioni) anche perché l’obiettivo è differente: non si punta a mettere in discussione l'operato della Giunta regionale ma a verificare in concreto l’attuazione e l’efficacia dell’intervento pubblico anche al fine di valutare una sua eventuale revisione. L’attività, quindi, sarà ispirata al criterio dell'auto apprendimento: il legislatore dovrebbe sapere cosa non ha funzionato in una politica per operare le opportune correzioni attraverso delle modifiche legislative o nuovi atti d'indirizzo.

In caso di politiche inefficaci il legislatore potrebbe, infatti, decidere l'abrogazione delle relative norme, oppure di utilizzare le risorse disponibili a favore degli interventi che si sono dimostrati più utili. La proposta di legge prevede l’istituzione di un Comitato paritetico per il controllo e la valutazione delle politiche regionali. Ne potranno fare parte dieci consiglieri regionali, in rappresentanza, in pari misura, dei gruppi consiliari della maggioranza e dell’opposizione. È previsto il rinnovo delle cariche a metà legislatura per garantire l’alternanza tra maggioranza e minoranza.

L’altro strumento previsto dalla proposta di legge è costituito dalle “Clausole valutative”, cioè specifiche disposizioni di legge che disciplinano i tempi e le modalità di monitoraggio con le quali la Giunta regionale e gli altri soggetti attuatori trasmettono al Consiglio i dati e le informazioni necessari a valutare l’attuazione e l’efficacia della legge. Verrà, infine, istituita una struttura tecnica di supporto interna al Consiglio stesso: ne faranno parte esperti in analisi e valutazione delle politiche regionali.

In un’ottica di trasparenza, i risultati dell’attività di valutazione devono essere comunicati ai cittadini, che vanno costantemente aggiornati sul lavoro dei propri rappresentanti nelle istituzioni, circa il grado di attuazione delle leggi e dei provvedimenti approvati dal Consiglio e dalla Giunta. «Solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza dei risultati raggiunti - conclude Manca - è possibile migliorare la capacità di fare leggi, trovare soluzioni ai problemi e soprattutto spendere meglio le risorse pubbliche».
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