A.B.
29 luglio 2016
Grotte Bue Marino in festa con i fan di Moses Concas
Prosegue con successo la 29esima edizione del Cala Gonone Jazz Festival 2016, organizzata dall´associazione Intermezzo. Oggi, Massimo Bray parla di cultura e turismo all’Acquario. Sabato, ultima giornata del Festival

DORGALI - Quasi quattrocento scalpitanti persone hanno fatto il loro ingresso nelle Grotte del Bue Marino, quando Simone Concas, in arte Moses, ha occupato lo spazio più suggestivo della manifestazione facendo echeggiare la sua straordinaria beatbox harmonica. Gli elementi del successo di questo giovane artista stanno tutti nella semplicità con cui si pone, nella sua modestia e nella passione per ogni genere di musica e qui si ritrovano tutti: dall’elettronica sperimentale dei club londinesi, all’american folk, passando per la “chanson de la rue” francese o i ritmi appartenenti alla tradizione della Sardegna.
Il pomeriggio all’Acquario ha ospitato la tradizionale degustazione dei vini e formaggi dorgalesi sulle note leggiadre, seppur profonde, delle launeddas e dei fiati di Nicola Agus. Grande affluenza ed entusiasmo al Teatro Comunale per la Bill Evans Band, nonostante l’assenza di Mike Stern. Il quartetto, date le circostanze, ha visto alla chitarra il giovane talento Bryan Baker, la cui fenomenale attitudine allo strumento non ha permesso che nascesse alcun rimpianto per l’assenza del big Stern. Un incipit, quello dello spettacolo, di grande impatto: partiti con un fervore degno di un grande evento, l’entrata in scena sfolgorante ha catturato l’attenzione del pubblico lasciandolo senza fiato fino all’ovazione finale. Il sax di Evans, rapido e sapiente, svetta fiero sull’ensemble come un condottiero, ma lascia spazio ai virtuosismi dell’istrione Baker e dei grandi Darryl Jones al basso e Keith Carlock alla batteria.
Anche il giovedì ha avuto tra il suo pubblico Massimo Bray, che ha commentato così la giornata: «Cala Gonone è un festival tanto raffinato quanto popolare; tanto cosmopolita quanto profondamente radicato nel territorio sardo, nelle sue tradizioni sia musicali che culturali. Un festival che riesce a raggiungere il duplice obiettivo di presentare al pubblico giovani musicisti ancora emergenti, ma anche di valorizzare ensemble leggendari. Stamattina, ho ascoltato e apprezzato la raffinata, esuberante energia di Moses Concas, un giovanissimo, straordinario armonicista sardo, che ha iniziato a suonare da bambino, per accontentare le richieste della nonna e che, dopo molti anni di pratica, ha vinto l'edizione 2016 di Italia's Got Talent. E ho capito che non c'è molto da spiegare su Cala Gonone, anche perché il jazz, come tutti i linguaggi che si possono codificare solo fino a un certo punto, non può essere decifrato, ma solo vissuto profondamente».
L’ultima alba del Cala Gonone Jazz Festival sorgerà domani, sabato 30 luglio, ed alle Grotte del Bue Marino il pubblico sarà accolto dai ritmi griot di Baba Sissoko, innamoratosi già durante la sua esibizione del 2014 di questo palco naturale, quando il polistrumentista maliano si era lasciato ispirare da ogni piccola sfumatura del suono ottenendo in questo modo la partecipazione degli spettatori, tra cui anche alcuni bambini con cui ha condiviso canti infantili e grandi sorrisi. Sissoko ritorna desideroso di poter far risuonare ancora una volta il suo Tama ed il Ngoni. Abile depositario della tradizione orale dell’Africa occidentale, in chiave jazz, blues e soul, il musicista rafforza l’immagine identitaria e culturale del suo ruolo di narratore con l’ausilio di strumenti popolari.
All’Acquario alle ore 19, una serata particolare, da apprezzare rigorosamente con un buon bicchiere di vino e dell’ottimo formaggio dorgalesi. La musica del compositore Stefano Guzzetti e del suo Ensemble incontra, interrompe, accompagna, placa ed accende la performance recitativa dello scrittore Francesco Abate e dell’attrice Francesca Saba. Una storia di madri d’altri tempi tratta dall’ultimo romanzo per Einaudi di Abate “Mia madre e altre catastrofi”. Francesco Abate ha scritto la tragicommedia del rapporto sentimentale piú dolce ed ingarbugliato di tutti, Guzzetti ha composto e rintracciato il miglior contrappunto musicale per questo recital, Saba ne ha trovato il giusto tono e la perfetta voce. Cala il sipario anche per quest’edizione ed il Teatro chiude lentamente le sue cortine alle ore 22, con il Michael Blake 4et. È un sax senza briglie ed infuso di una grande energia quello del visionario Blake, che coinvolgerà il piano danzante di Giovanni Guidi, l’eclettismo della batteria di Fabrizio Sferra ferra ed il caldo suono del contrabbasso di Joe Rehmer.
Nella foto: Baba Sissoko
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