Export in crisi ma le imprese sarde resistono. 416 realtà, 182 artigiane con 1.522 addetti, che sostengono l’economia regionale
CAGLIARI - E’ una fotografia in chiaroscuro, quella scattata al lapideo sardo da Confartigianato Imprese Sardegna, settore che nei decenni ha contribuito a sostenere l’economia regionale e a far conoscere le produzioni isolane di qualità nel Mondo come avvenuto quando vie, piazze e palazzi di Manhattan, Dubai e Shangai venivano lastricate di marmo di Orosei, granito di Buddusò o basalto della provincia di Oristano. I dati, rilevati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna (fonte
Istat 2023-2024), descrivono un comparto regionale di 416 imprese, che danno lavoro a 1.522 addetti. All’interno di questi numeri le realtà artigiane sono 182 con 692 dipendenti.
L’analisi, in ogni caso, ha anche registrato la preoccupante frenata dell’export, derivata anche dal fatto che le pietre, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono vendute a società della Penisola come “materia prima” che, in un secondo tempo, viene trasformata in semilavorati o in prodotti finiti. Nel 2024 il controvalore delle esportazioni di pietre tagliate, modellate e finite made in Sardegna e
venduto direttamente all’estero ha toccato i 23milioni e 346mila euro, numeri in calo del 39% rispetto al 2023. Un settore che, da anni, affronta grandi difficoltà con un futuro che si presenta come un grosso punto interrogativo, anche a causa del clima di instabilità che si respira a livello internazionale del quale il comparto non può che risentire, poiché fortemente caratterizzato da una pesante dipendenza dai mercati esteri.
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