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Cor 15:19
Sassari inventa la videosorveglianza partecipata
Cittadini, imprese, enti e associazioni alleati del Comune contro la delinquenza dilagante: «Via alla videosorveglianza partecipata, i costi maggiori li sosterrà Palazzo Ducale»


SASSARI - Incrementare i livelli di sicurezza grazie a un sistema di videosorveglianza capillare, esteso a tutto il territorio di Sassari grazie al coinvolgimento di cittadini, imprese, associazioni private ed enti pubblici. Ovviamente, nel rispetto delle norme e senza prevaricare diritti individuali e collettivi fondamentali, come quello alla privacy. È l’obiettivo del progetto Videosorveglianza partecipata promosso dal Comune di Sassari su impulso del sindaco Giuseppe Mascia e dell’assessore all’Innovazione tecnologica, Giuseppe Masala, impegnato contestualmente a individuare le risorse per incrementare il numero di telecamere da installare negli spazi pubblici e dotare la città di strumenti sofisticati, per rispondere con efficacia alla domanda di sicurezza.
Il progetto, la cui realizzazione prende il via oggi attraverso la pubblicazione dell’avviso che mira a raccogliere le adesioni, prevede la fornitura volontaria di un punto fisico per l’installazione delle videocamere, la loro alimentazione e l’installazione. Le telecamere saranno fornite dal Comune, che le gestirà in forma esclusiva.

«Puntiamo a distribuire gli impianti in modo articolato su tutto il territorio comunale, limitando concentrazioni in singole aree per garantire una copertura capillare e completa della città, tenendo conto anche degli interventi già programmati o in corso», ha spiegato oggi il sindaco a Palazzo Ducale durante la conferenza di varo del progetto. Con lui e l’assessore Masala c’erano il dirigente del settore Innovazione tecnologica, Mario Mura, i tecnici che hanno definito il progetto e il comandante della Polizia locale, Gianni Serra. «Questo progetto è una svolta nel modo di affrontare il tema della sicurezza urbana», ha detto Masala, riconoscendo alla precedente amministrazione il merito di aver redatto un regolamento per la videosorveglianza partecipata, ma con un limite. «Tutti i costi erano a carico di chi aderiva e la partecipazione è stata pressoché nulla», è il punto critico che si vuole superare. «Il Comune comparteciperà, facendosi carico della parte più onerosa: telecamere, apparati tecnologici, licenze software, collegamento dati e manutenzione», ha aggiunto l’assessore. «I cittadini contribuiranno con l’installazione fisica, l’energia elettrica e l’eventuale rimozione in caso di necessità», ha rilevato. Secondo lui «il messaggio è che il Comune non si sottrae al suo dovere, ma la sicurezza è una responsabilità condivisa, un bene comune che si costruisce insieme».

All’avviso possono aderire tutti i maggiorenni residenti o proprietari di immobili a Sassari, amministratori di condominio, centri commerciali, associazioni, imprese, pubblici esercizi, enti del terzo settore ed enti pubblici. Le richieste verranno valutate da una commissione tecnica, dando priorità ad aree non ancora coperte dalla videosorveglianza, alla posizione strategica rispetto a luoghi sensibili come scuole, piazze, parchi e ospadali, al campo di visione e all’idoneità tecnica del luogo e all’equa distribuzione sul territorio comunale. «Le telecamere rimangono di proprietà esclusiva del Comune, che ne mantiene l’uso e la gestione in maniera esclusiva, garantendo così la massima trasparenza e il pieno rispetto della privacy dei cittadini», ha rimarcato l’assessore nel corso della conferenza odierna. Durante l’incontro con operatrici e operatori dell’informazione, il sindaco Giuseppe Mascia ha voluto ribadire un concetto a lui particolarmente caro. «Sassari è una città sicura, i dati e tutti gli elementi oggettivi a disposizione delle forze dell’ordine ci dicono questo», ha rilevato.

«Ma è chiaro che in alcune aree, sia in ambito urbano che extraurbano, insistono sacche di disagio e di marginalità che producono una percezione di insicurezza in netto contrasto con l’aspirazione di restituire interi quartieri alla comunità, alla socialità, al commercio e ad altre funzioni fondamentali, a iniziare da quella residenziale», è l’obiettivo già dichiarato a più riprese. «Dal nostro punto di vista la videosorveglianza non deve invadere la vita di nessuno né prevaricare le libertà individuali – ha precisato Mascia – ma un sistema del genere può avere un forte impatto psicologico e preventivo, costituendo un valido deterrente contro la delinquenza e rappresentando un elemento di rassicurazione per chi oggi non si sente a suo agio in alcune porzioni della città». Un traguardo ambizioso, che nei progetti elaborati dal settore Innovazione tecnologica è affidato alla collettività. «La sicurezza urbana deve essere un impegno condiviso, una collaborazione attiva tra amministrazione e comunità», ha ribadito Giuseppe Masala. «Questo progetto è un investimento rivolto al futuro e a un’idea di amministrazione aperta e partecipata – ha concluso – un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa essere messa al servizio della qualità della vita di tutti».
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