E’ prevista per martedì sera, a Porto Torres, nella Basilica di San Gavino, la presentazione del volume dell’autore, considerato fra i maggiori interpreti lisztiani
PORTO TORRES - Cosa resta dell’eredità di Liszt a due secoli dalla nascita? È questa la domanda che si pone il pianista Michele Campanella, nel bicentenario della nascita di Franz Liszt (1811-1886), che l’artista festeggia con una serie di concerti come solista, direttore d’orchestra e, infine, autore di un libro (il primo della sua vita) dedicato appunto al compositore ungherese, permeato di ricordi personali e considerazioni artistiche. “Il mio Liszt. Considerazioni di un interprete”, edito da “Bompiani” a marzo e già alla sua prima ristampa visto il successo delle vendite, comprende anche diversi esempi musicali ed illustrazioni, ed è frutto di un intenso e approfondito lavoro da parte di Campanella, un atto di omaggio al compositore da lui amato e studiato tutta una vita. La presentazione del libro avverrà a Porto Torres, nella suggestiva cornice della Basilica di San Gavino, martedì 26 luglio alle ore 20, e sarà organizzata dalla “Libreria Koinè”. Oltre all’autore, sarà presente Roberto Piana, pianista ed animatore della vita culturale della città.
Campanella inizia il suo studio ponendosi alcune domande: «La musica di Franz Liszt è ancora Musica dell’Avvenire (secondo la definizione dello stesso Liszt), del nostro avvenire, o è relegata al passato e quindi destinata a essere dimenticata? Per lui che ha detto “Io posso aspettare”, è giunto il momento in cui la storia gli renderà giustizia? Queste sono le domande che emergono davanti alla grande personalità del virtuoso magiaro, circondato da più di un secolo da giudizi per la maggior parte negativi. I lisztiani convinti, in netta minoranza, quasi come affiliati a una setta, sono circondati da un panorama di sorda ostilità e di snobismo se non addirittura di indifferenza, dove ancora, incredibilmente, ci si riferisce agli aneddoti più triti per dimostrare che Liszt non è un compositore “serio”, da poter affiancare ai grandi che siedono nel Pantheon della musica. In questo libro intendo esaminare la figura e soprattutto la musica di Liszt dal mio punto di vista, quello di un pianista che nel corso di quarantacinque anni di carriera ne ha interpretato le pagine più ardue e nello stesso tempo ha indagato su tutta la sua produzione, senza limitarsi al solo repertorio pianistico».
Figura controversa, venerata dal pubblico, sottovalutata dagli studiosi, a fronte di una persistente fama come eccezionale virtuoso del pianoforte, Liszt manca ancora oggi un’adeguata collocazione del suo talento compositivo nella Storia della musica. Campanella delinea nel suo volume un ritratto complesso e “vissuto”, che parte dalla sua personale esperienza di pianista. Dall’analisi delle opere di Liszt (le parafrasi e le trascrizioni, sintesi critiche delle opere originali; i misconosciuti melologhi, traguardi del suo genio sperimentale; i grandi cicli, come le “Années de pélerinage”, i “Lieder”, i valzer, tra cui il “Mephisto-Valzer”), passando attraverso la descrizione degli aspetti tecnici necessari all’adeguata interpretazione dei brani più arditi “la diteggiatura, l’uso dei pedali, le indicazioni scritte), si sviluppa un discorso musicale che è anche un racconto biografico. Trionfante virtuoso e frequentatore dell’alta società, Liszt termina i suoi anni chiuso nella sua spirituale riservatezza di fedele religioso e compositore sperimentale. Dunque, per Campanella, una storia tutta da riscoprire.
Considerato internazionalmente uno dei maggiori virtuosi e interpreti lisztiani, Campanella ha affrontato in oltre quarantacinque anni di attività molte tra le principali pagine della letteratura pianistica ed ha affrontato la musica pianistica di Liszt per la prima volta all’età di quattordici anni, facendone il suo compositore di riferimento. A diciannove anni, con il Mephisto-Valzer, il pianista ha vinto Concorso Internazionale “Alfredo Casella”. Nel 1968, ha debuttato con le orchestre dell’“Accademia Nazionale di Santa Cecilia” di Roma e della “Rai” di Milano, eseguendo la “Totentanz” diretto da Eliahu Inbal e Christoph von Dohnanyi. Negli anni Settanta ed Ottanta, ha lavorato molto sulle parafrasi lisztiane, anticipando e promuovendo la fortuna che questo genere di musica oggi può vantare. Ne ha in repertorio ben quarantuno. Per questo, non sono mancati numerosi riconoscimenti che lo legano al nome di Liszt: la Società “Franz Liszt” di Budapest gli ha conferito il “Gran Prix du Disque” nel 1976, 1977 e nel 1998, mentre nel 1986, centenario della morte di Liszt, il Ministero della Cultura ungherese gli ha conferito la medaglia ai “meriti lisztiani”, così come l’“American Liszt Society” nel 2002. Dal 2008, è anche Presidente della “Società Liszt”, chapter italiano dell’American Liszt Society.
Fra i prossimi impegni del 2011 di Campanella, ricordiamo la tournée con l’“Orchestra Cherubini” che lo vede nella doppia veste di pianista e direttore per l’esecuzione in una sola serata, dei quattro capolavori lisztiani per pianoforte ed orchestra: “Totentanz”, la “Fantasia Ungherese”, il “Primo” ed il “Secondo Concerto”. La tournée, iniziata il 25 marzo al “Teatro Comunale” di Piacenza e proseguita nel nord Italia, ha fatto recentemente tappa con grande successo al “Ravenna Festival” ed al “Festival di Ravello”, ed approderà a Milano il 14 settembre per il “Festival Mito”. Ed ancora si ricordano il recital pianistico all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia il 21 ottobre per l’inaugurazione della “Stagione da Camera”, ed il 30 settembre (replica 1 e 4 ottobre) l’importante impegno a Chicago con la “Chicago Symphony Orchestra”, diretta da Riccardo Muti, come solista del Primo concerto di Liszt. Impegnativa anche l’attività discografica di quest’anno: è appena uscito per la “Brilliant” un cofanetto lisztiano di sei cd e “Michele Campanella on Liszt’s Bechstein” registrato a Siena sul pianoforte di Liszt. Nei prossimi mesi anche l’uscita del cd contenente i Lieder del musicista ungherese registrati insieme al tenore Marcello Nardis. Infine, la collaborazione con “Rai Radio Tre” per la registrazione di una serie di puntate, sempre dedicate a Liszt, andata in onda per due settimane lo scorso giugno.
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