Il Csoa Pangea ha organizzato nel mese di marzo una serie di eventi dedicati alle donne. Sabato 1 Marzo alle 18 ospite Marina Addis Saba, autrice del saggio «Partigiane. Le donne della Resistenza»
PORTO TORRES – Si chiama “...e la dissero Sognatrice” la rassegna di eventi organizzati dal Csoa Pangea dedicato alle donne e a chi si sente tale, ma anche agli uomini spesso protagonisti di azioni disumane nei loro confronti. Il filo conduttore del mese di marzo, dedicato alle donne, è quello del sogno. Dopo l’incontro dell’anno scorso, dedicato alla forza delle donne che hanno fatto la storia, quest’anno sarà affrontato, nei diversi incontri, il tema del sogno. Le donne sognatrici sono realmente capaci di trasformare la realtà, poiché il loro universo onirico non è mera fantasia, non illusione, poiché supportato da una attenzione costante alla realtà nella sua concretezza, ai problemi reali della vita quotidiana, alle piccole cose che fanno la differenza.
La rassegna inizierà sabato 1 marzo alle ore 18, presso l’ex bocciodromo con l’evento "Partigiane": Incontro dibattito con Marina Addis Saba (storica e scrittrice). Durante la guerra di liberazione dal Fascismo, vi sono storie che mostrano l’importanza determinante delle donne, che però, non hanno ottenuto riconoscimento, non solo dalle istituzioni, ma nemmeno dalla società in generale. La resistenza, decisivo momento della storia del nostro Paese, tradizionalmente si correla all'immagine di uomini in armi. Nell'incontro-dibattito con Marina Addis Saba, autrice del saggio, «Partigiane. Le donne della Resistenza», ci sarà modo di restituire alla storia il giusto peso delle donne coraggiose che, a partire da questa straordinaria esperienza, hanno potuto anche ridisegnare il ruolo nella società moderna. Attraverso una rigorosa indagine storica fondata su documenti, memorie scritte e testimonianze orali, molte delle quali inedite, la studiosa, impegnata da sempre nel movimento Femminista, specializzata in storia delle donne, discuterà con il pubblico di una lotta per la libertà che ancora non è finita. Marina Addis Saba nasce il 18 marzo 1930, si laurea a Roma in Lettere Moderne, con Federico Chabod, e rientrata in Sardegna, sotto la guida di Antonio Pigliaru, inizia i suoi studi sul fascismo. Dallo studio del regime e dal suo impegno femminista, è portata a specializzarsi in Storia delle donne, su cui ha scritto vari saggi teorici: questo campo è diventato l’ambito principale della sua ricerca, nell'ultimo periodo di attività, e tra i principali argomenti dell’insegnamento.
Come visiting professor si è recata più volte a Madrid, a Barcellona, a Parigi, per tenere seminari su Donne e Fascismo, Le donne della resistenza. All'estero ha partecipato a convegni e seminari come quelli organizzati in Francia alla Maison d’Italie, con la relazione su Emilio Lussu e l’emigrazione sarda, e in occasione del centenario di Giuseppe Garibaldi, nel 1982 a Nizza, con la relazione Garibaldi e l’autonomia della Sardegna. Ha concluso la sua carriera nella Facoltà di lingue e letterature straniere dell’Università di Sassari, in qualità di insegnante di Storia dell’Europa e titolare dell’insegnamento di Storia contemporanea.
Tra le suo opere ricordiamo: Gioventù italiana del Littorio, 1973; Dibattito sul Fascismo, 1976; Emilio Lussu 1919-1926, 1977; Cultura a passo romano-storia e strategie dei Littoriali, 1983; Storia delle donne una scienza possibile, 1985; Gli studi delle donne all'Università, 1986; La politica del regime fascista nei confronti delle donne, in Rivista Abruzzese di studi storici, 1985; Io donna-persona: Appunti per una storia della legge contro la violenza sessuale, 1985; La corporazione delle donne, 1988; Anna Kuliscioff vita privata passione politica, 1993; Le madri della Repubblica, le donne dell’Assemblea Nazionale Costituente, in Quaderno della Commissione Pari Opportunità, 1996; Partigiane. Le donne della Resistenza, 1998; La scelta. Ragazze partigiane e ragazze di Salò, 2005; Amorosi assassini. Storie di violenze sulle donne, 2008; La farnesina. Giulia Farnese e papa Borgia, 2010; Berlinguer non era triste, 2013.
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