Lo scrittore e attore, sceneggiatore, conduttore televisivo e radiofonico é stato accolto con molto entusiasmo sabato pomeriggio al teatro Verdi, dove ad aspettarlo c’era una nutrita folla di ammiratori
SASSARI – Fabio Volo é stato accolto con molto entusiasmo sabato pomeriggio al teatro Verdi, dove ad aspettarlo c’era una nutrita folla di ammiratori. Il popolare personaggio mediatico dalle mille vesti: scrittore e attore, sceneggiatore, conduttore televisivo e radiofonico, è in tour in Sardegna in questi giorni per la rassegna “Scrittori a piede liberos” in cui presenta il suo ultimo e settimo libro “La strada verso casa”, che ha già scalato le classifiche nazionali. La voce della trasmissione “il volo del mattino” in onda tutte le mattine su radio deejay, ha subito familiarizzato con i numerosi lettori e fans, dialogando in maniera molto rilassata seduto su un comodo divano posizionato sul palco apposta per lui. «Devo sedermi sul divano? Rischio di addormentarmi qui, come mangiate pesante da queste parti» esordisce così Volo, reduce da un tipico pasto in salsa sarda a base di maialino arrosto e golosità caratteristiche della cucina isolana.
Ogni battuta dello scrittore é una risata e un applauso strappato al pubblico che dimostra di adorare questo ragazzo di quasi 42 anni appena diventato papà e che sembra divertirsi tanto a dialogare con la platea: “«Se avete domande di qualsiasi tipo io rispondo anche a quelle strane del tipo ‘vai di corpo’?. Se non avete domande voi che siete dell’isola e tendete ad essere un po’ chiusi va bene» dichiara Volo mentre viene subito contraddetto dall’intervento di una ragazza tra gli spettatori che si dice di sentirsi offesa da questa affermazione, ma l’equivoco è presto risolto tra l’ilarità generale e dall’aggettivo che Volo prontamente cambia dal carattere «chiuso» a quello «riservato» tipico dei sardi. Non mancano gli elogi «voi sardi siete riservati ma siete belli, avete una media alta di belle donne, forse siete la regione che esporta più veline». Tante le curiosità del pubblico nei confronti di questo personaggio versatile che piace moltissimo grazie alla sua semplicità. I flash delle fotocamere e degli smartphone si sprecano per ritrarre l’autore. C’è chi gli chiede che genere di letture affronti, i suoi gusti musicali o addirittura se mai si cimenterà a comporre poesie in futuro. A sorpresa Fabio Volo che si definisce affascinato dalla poesia come forma di perfezione, risponde citando alcuni versi della poesia “A Silvia” di Giacomo Leopardi incantando la sala assorta nello show comico-letterario. Un’altra lettrice domanda quanto impieghi a scrivere i suoi libri «Circa 7-8 mesi mi occorrono per scrivere un libro, più o meno come una gravidanza, infatti c’è il libro che nasce settimino, quello che nasce a 9 mesi» spiega lo scrittore sempre con il sorriso sulle labbra, che tra un racconto e l’altro non disdegna di canticchiare “Nel Sole” di Albano.
Quando un ragazzo gli chiede quali consigli dispensare per un giovane che vuole realizzarsi, Volo risponde: «Penso che ognuno di noi abbia un talento, una capacità materiale che lo rende diverso da tutti gli altri, che non significa diventare famosi ma è compiere quella cosa che ti coinvolge e che ti rende unico. Credo che tutti posseggano un talento come lo definiva Dante, la scintilla divina». Continua a raccontare le sue origini: «io nasco in un quartiere popolare da genitori lavoratori e da bambino non sono stato esposto a tanti stimoli, infatti non sapevo quale fosse la differenza tra Swarovski e Dostoevskij. Oggi come ieri ci sono bambini che hanno più stimoli e bambini che non ne hanno, però tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimere il proprio talento».
Tra il serio e il brioso lo scrittore accompagna il pubblico alla scoperta dei due personaggi del libro, due fratelli molto diversi e la storia della loro famiglia. «I due protagonisti sono Marco e Andrea e li ho costruiti attorno ai tre stadi di Kierkegaard, con cui siamo colleghi – scherza Volo che continua – ovvero lo stadio estetico, quello etico e quello religioso, ma per questa storia ho lavorato solo sulle prime due fasi. Marco è nella fase estetica, vive il presente sempre in attesa di qualcosa di meglio, non sceglie mai, perché una scelta esclude le altre e non s’impegna in una storia aspettando la donna giusta. Mentre Andrea è nella fase etica-morale, è il personaggio che sceglie e porta avanti la sua idea con coerenza, pensando di essere nel giusto e senza cambiare mai. In realtà questi personaggi vivono perennemente come in una giostra e vivono nell’illusione della libertà». L’autore ammette che per tanto tempo si sia comportato come Marco il protagonista de “La strada verso casa”, cercando un' indipendenza emotiva prima di quella materiale economica e ora che ha una compagna e un figlio non si immagina più così. «Non potrei pensarmi oggi senza la mia compagna perché mi sento una persona migliore accanto a lei – sostiene - che prima di terminare e dirigersi verso la tappa algherese [
LEGGI] conclude – Adesso vado via che arriva Baricco». Tutti lo aspettano nel foyer del Verdi per un autografo e una foto ricordo che immortali il passaggio a Sassari di uno dei personaggi mediatici più amati del panorama nazionale.
Nella foto: Fabio Volo al Verdi di Sassari
Commenti