La sfida continua a suon di comunicati stampa tra i due politici algheresi, con due esperienze politiche in comune: sindaco e consigliere regionale. Tedde, in questa nota, paragona i rispettivi esordi in via Roma
ALGHERO - «Auspichiamo che Bruno non porti ad Alghero la linea espressa in Consiglio regionale: quella di chi è decisionista a parole e immobilista nei fatti». Così il vicecapogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, replica alle affermazioni del sindaco di Alghero seguite alla polemica sul reparto Oculistica dell’ospedale catalano [
LEGGI]. «Non oserei mai sfidare – ironizza Tedde- il primo cittadino nel profluvio di comunicati stampa, della propaganda e nella logorrea politica, sul quale vanta un primato incontrastato. Se questo è il suo concetto di “pieno”, quando contesta un presunto vuoto “altrui”, non corre alcun rischio di smentita».
Da (ex) sindaco a (attuale) sindaco: «l’impegno invece dovrebbe tradursi in atti concreti e non possiamo non notare che il primo cittadino sta iniziando il suo mandato esattamente come cominciò il suo ruolo di consigliere regionale: chiunque infatti può verificare la scarsità di atti compiuti dall’on. Mario Bruno nei primi diciotto mesi del suo mandato. E per adesso ci fermiamo a quel periodo. Forse allora, Soru imperante, aveva le mani troppo occupate per applaudire le eroiche gesta del governatore di Sanluri per sedersi dinanzi ad una scrivania e scrivere proposte di legge o altri atti consiliari».
E prosegue mettendo a confronto i rispettivi esordi in via Roma: «se l’invito ad un maggiore impegno fosse il desiderio di un qualsiasi altro cittadino di Alghero, lo raccoglierei come una preziosa sollecitazione; poiché, invece, proviene da chi in diciotto mesi sviluppò una azione legislativa e ispettiva in "dosi omeopatiche" ed è rivolto a chi modestamente prova a svolgere il proprio ruolo, producendo in 4 mesi più del triplo degli atti prodotti da Bruno in un anno e mezzo, non può non suscitare un’amara ironia». «Forse è il caso – ha concluso Tedde - di porre in essere una politica capace di guardare oltre i colori politici, se non a quelli della città, senza però escludere il giallo. L’amministrazione della cosa pubblica – ha concluso Tedde - non può essere svilita a pura e semplice questione interna di partito».
Nella foto: Marco Tedde
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