Il semicabinato in resina di dodici metri ha iniziato ad imbarcare acqua a poppa nel primo pomeriggio. I naufraghi sono stati tratti in salvo dall´equipaggio del LEM che ha richiesto il soccorso della Guardia Costiera. Sarà l´autorità marittima a chiarire l’esatta dinamica dell´incidente ed eventuali responsabilità
ALGHERO - Sarà un’inchiesta della Capitaneria di Porto a chiarire la causa del naufragio di un’imbarcazione questo pomeriggio a venti metri dalla scogliera di Capo Galera, lungo la costa a Nord di Alghero. A bordo si trovavano tredici turisti tedeschi che avevano noleggiato il mezzo in un diving per effettuare delle immersioni. Tra loro un minorenne di quattordici anni e due donne. Nessuno ha riportato conseguenze in seguito all’episodio su cui l’autorità marittima sta cercando di fare luce ascoltando il racconto dei protagonisti. Per tutto il pomeriggio, con ancora addosso la muta, i tredici sub hanno cercato di spiegare come si sono svolti i fatti, nell’Ufficio circondariale marittimo di via Eleonora d’Arborea, grazie all’ausilio di un marinaio di madrelingua tedesca che ha fatto da interprete. Intorno alle 14,00 le nove persone a bordo, mentre quattro stavano effettuando l’immersione, hanno notato che l’imbarcazione, un semicabinato in vetroresina di circa dodici metri di lunghezza, stava imbarcando acqua a poppa. La decisione di spostarsi tutti insieme verso la prua ha fatto guadagnare qualche minuto prezioso ma non ha evitato l’affondamento del natante. Fortunatamente lo specchio acqueo dove è avvenuto l’incidente è piuttosto trafficato. Gli occupanti hanno attirato l’attenzione dei passeggeri del Lem, il mezzo che effettua il servizio di trasporto dei turisti alle Grotte di Nettuno, non distanti dal punto in cui si è verificata l’emergenza. È stato l’equipaggio della motobarca a lanciare la richiesta di soccorso alla sala operativa della guardia costiera che ha inviato sul posto la motovedetta CP 559. Nel frattempo i naufraghi sono stati recuperati e riportati a terra direttamente dal Lem che li ha accompagnati al porto di Alghero. Mentre con il supporto di una ditta privata si è cercato di riportare a galla il relitto affondato, ma soprattutto le attrezzature e i documenti rimasti a bordo. Si suppone che l’acqua sia penetrata da una presa a mare del motore. Le condizioni meteo –marine non erano sfavorevoli. Ma sarà l’inchiesta aperta dall’autorità marittima a chiarire l’esatta dinamica e ad accertare se vi siano o meno responsabilità a carico dell’armatore, Krauss Detlef. Anche lui tedesco, ma residente a Fertilia dove gestisce un diving. Il noleggio dell’imbarcazione faceva parte di un pacchetto vacanza acquistato dal gruppo di turisti arrivato due giorni fa da Stoccarda attraverso un’agenzia contattata su internet.
Nella foto il natante semiaffondato a venti metri dalla costa
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