Dopo la chiusura della sezione musical-teatrale, Bos’Art 2009 prosegue con la sezione dedicata agli eventi speciali. Primo fuori programma sabato 22 agosto, alle ore 21
BOSA - Dopo la chiusura della sezione musical-teatrale, Bos’Art 2009 prosegue con la sezione dedicata agli eventi speciali. Il primo fuori programma è costituito, sabato 22 agosto alle ore 21 sempre nel sagrato dell’ex Convento dei Cappuccini di Bosa, dall’incontro con Giulio Ferroni, singolare figura d’eminente storico della letteratura, critico letterario, scrittore, docente universitario e giornalista per le pagine culturali de “L’Unità”.
La sua “passionale performance” prende spunto dal libro La passion predominante. Perché la letteratura, Napoli, Liguori 2009 (pp.108, € 10.90) e prova a mostrare come la passione per la letteratura non possa darsi se non nel quadro di una passione per la vita e per la bellezza: con una difesa appassionata delle ragioni e delle possibilità della letteratura, anche nella difficile situazione del mondo globalizzato e della società della comunicazione.
Nel libretto, che esce nella collana Per passione, diretta da Sergio Reyes, Giulio Ferroni prende avvio da vicende personali, dal primo sorgere di una passione per la letteratura negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza: erano gli anni di un'Italia appena uscita dalla tragedia della guerra mondiale, presa nel vortice della ricostruzione, in cui i libri e la letteratura potevano presentarsi ad un ragazzo ingenuo e appassionato come oggetto di desiderio, apertura verso il mondo, promessa di conoscenza.
Persone umili e semplici, situazioni di vita quotidiane, prime letture e scoperte d’imprevisti territori, occasioni e incontri della vita scolastica, suggestioni del gioco e dello sport, vengono a costituire la trama su cui qui si disegna il senso di un rapporto vitale con l'universo dei libri e delle scritture, che porta a cercarvi sempre qualcosa di essenziale, a ritrovare in essi la forza di vere esperienze, contro l'esteriore indifferenza, l'esibizione in superficie, il gioco di trasgressione programmatica che se ne fa in tanta comunicazione contemporanea.
Nella foto: Giulio Ferroni
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